L’elemento più peculiare 
        del mausoleo di S. Costanza è 
        il suo svilupparsi secondo uno 
        schema a pianta centrale, 
        cioè caratterizzato da 
        una forma inscrivibile in un 
        quadrato, dove nessuna delle 
        due dimensioni prevale sull’altra. 
        
Tale 
        schema è tipico dell’architettura 
        cimiteriale, nella quale 
        la forma tonda può considerarsi 
        diretta derivazione del tumulo, 
        ovvero del cumulo di terra che 
        si elevava al di sopra della 
        sepoltura. Né possiamo 
        escludere la persistenza di concetti 
        simbolici tramandati dalle antiche 
        civiltà, in relazione 
        ai culti del sole e del fuoco. 
        Molti esempi di mausolei 
        a pianta circolare ci sono stati 
        tramandati nella sola città 
        di Roma, tra i quali ricordiamo 
        il mausoleo di Adriano (oggi 
        Castel S. Angelo) o la tomba 
        di Cecilia Metella.
Inizialmente 
        realizzati secondo lo schema 
        più semplice, senza divisioni 
        interne e colla copertura poggiante 
        direttamente sui muri perimetrali, 
        dal V secolo gli edifici a pianta 
        centrale vengono adottati anche 
        per le funzioni di culto, con 
        la conseguente aggiunta di absidi, 
        che ne determinano anche un orientamento 
        rispetto ad uno dei due assi.
Ma lo schema più frequente, tra gli edifici a pianta centrale, è quello che presenta un duplice anello: uno interno che sostiene la copertura, l’altro esterno, a costituire il deambulatorio mediano, a volte - come nel caso di S. Costanza - circondato da un terzo anello. L’archetipo di questa tipologia è costituito dalla rotonda dell’Anastasis o S. Sepolcro di Gerusalemme, eretta da Costantino e formata da tre anelli concentrici, il minore dei quali, al centro custodisce la cavità sacra. Molti edifici cristiani derivano da questo modello. Un altro esempio, a Roma, è la chiesa di S. Stefano Rotondo, del V secolo.

Molte 
        varianti della pianta centrale 
        contemplano il ricorso alle absidi 
        semicircolari, che hanno 
        la funzione di sostegno, contribuendo 
        al contempo ad allargare lo spazio 
        interno. Le absidi sono prevalenti 
        negli edifici polilobati, cioè 
        basati su una combinazione cruciforme 
        a tre o quattro absidi, andanti 
        a formare il triconco 
        (a 3 abisdi) - adottato di preferenza 
        a mausolei, battisteri e piccoli 
        martyria
o 
        il tetraconco (4 absidi), 
        o quadrifoglio. Dal presbiterio 
        a triconco si sviluppò 
        gradualmente la basilica a transetto 
        con bracci terminanti in pareti 
        curve. Il quadrifoglio era invece 
        una forma più completa 
        e stabile dal punto di vista 
        strutturale, ed ebbe fortuna 
        specialmente dopo il VI secolo, 
        evolvendosi nello schema a croce 
        quadrifogliata, dove - a 
        differenza del tetraconco - il 
        diametro di ciascun abside è 
        minore del lato del quadrato 
        centrale.
Particolarmente 
        fertile fu il filone a pianta 
        centrale sviluppato a Milano, 
        allorché divenne sede 
        della corte imperiale. Esempio 
        tipico di questa tendenza è 
        la chiesa di S. Lorenzo. La fioritura 
        artistica di questo periodo nella 
        città lombarda è 
        fortemente influenzata dall’oriente 
        ellenistico, stabilendo quasi 
        un ponte di lancio dell’architettura 
        bizantina, che porterà 
        alla realizzazione di capolavori 
        a pianta centrale come S. Vitale, 
        a Ravenna - la città 
        del coevo Mausoleo di Teodorico, 
        a pianta circolare - e S. Sofia 
        a Costantinopoli.
Fonte principale: Testini, 1980.